Nei giorni scorsi, con una mossa avventata e che a molti era sembrata troppo in anticipo (visto che nelle settimane successive il valore delle azioni era destinato ad aumentare in seguito all’annuncio del vaccino da parte di Pfizer), l’amministratore delegato del colosso, Albert Bourla, aveva venduto il 62% delle azioni che aveva nel gruppo, guadagnando 5,56 milioni di dollari.
È bene chiarire che la Securities and Exchange Commission statunitense consente ai principali azionisti e ai dipendenti delle società quotate in borsa di scambiare un numero predeterminato di azioni in un momento prestabilito. E questo, secondo la società, era il caso.
Ma è apparso comunque strano che la cessione sia avvenuta nello stesso giorno in cui la società ha annunciato che il vaccino contro il Covid-19 è efficace al 90% sulla base dei risultati della sperimentazione provvisoria. Il che era sembrato un buon esito tanto da far aumentare il valore delle azioni.
Qualcuno ora sospetta che il Ceo sapesse dei risultati più robusti (efficacia al 94,5%, trasportabilità e mantenimento facilitati) del vaccino di Moderna rispetto a quello prodotto da Pfizer. E, quindi, avrebbe provato, riuscendoci, a capitalizzare il valore delle (sue) azioni anticipando l’annuncio di Moderna.