L’inflazione negli Stati Uniti comincia a preoccupare e il presidente della Federal Reserve di Filadelfia Patrick Harker, afferma che “bisogna cominciare a pensare al tapering”, ovvero alla riduzione degli acquisti che la Banca centrale fa di obbligazioni del Tesoro e di titoli garantiti da ipoteca per 120 miliardi di dollari al mese.
Le pressioni sui prezzi sono aumentate ulteriormente rispetto all’ultimo rapporto - sottolinea la Fed nel Beige Book - il resoconto scritto dai 12 distretti federali della Banca centrale che saranno al centro della prossima riunione della Fed (15-16 giugno).
“Forti aumenti sono stati registrati nelle materie prime per l’edilizia e la produzione, così come nei prezzi dei trasporti, dell’imballaggio e dei prodotti petrolchimici - osserva la Fed -. Le interruzioni nella catena di approvvigionamento hanno intensificato le pressioni inflazionistiche. Il rafforzamento della domanda, tuttavia, ha permesso ad alcune aziende, in particolare ai costruttori e alle società di trasporto di trasferire gran parte dell’aumento dei costi ai loro clienti. Guardando avanti, si prevede un ulteriore aumento dei prezzi.”
“Abbiamo intenzione di mantenere i tassi bassi a lungo - ha spiegato Harker -. Ma potrebbe essere il momento di iniziare a pensare almeno alla riduzione dei nostri acquisti mensili di obbligazioni del Tesoro e di titoli garantiti da ipoteca da 120 miliardi di dollari”.
Harker ha aggiunto che si aspetta che l’economia statunitense cresca del 7% quest’anno e ad un ritmo più lento di circa il 3% nel 2022. In ogni caso, la Fed ha comunicato che non prevede di alzare i tassi finché l’economia non sarà tornata alla piena occupazione e l’inflazione non raggiungerà il suo obiettivo del 2%.