Ftx, piattaforma per il trading di criptovalute, ha dichiarato il fallimento e fatto ricorso negli Stati Uniti al Chapter 11, ovvero alla bancarotta assistita, una procedura che consente alla società di continuare ad operare mentre negozia con i creditori. Il suo amministratore delegato, Sam Bankman-Fried, si è dimesso. Nei giorni scorsi, la concorrente Binance si era offerta di intervenire in suo aiuto, ma si era poi ritirata.
L’impero cripto da 32 miliardi di dollari creato da Sam Bankman-Fried è di fatto evaporato in una settimana. Tutto è cominciato lo scorso 2 novembre, quando un articolo della rivista online di settore Coindesk sollevava dubbi sui rischi legati alla solvibilità dell’azienda in caso di crollo del valore di Ftt, il token dell’exchange Ftx.
Qualche giorno dopo, domenica 6 novembre, Changpeng Zhao, il Ceo di Binance, annunciava su Twitter: “A causa delle recenti rivelazioni emerse, abbiamo deciso di liquidare qualsiasi Ftt rimanente sui nostri libri contabili”. Una posizione da 500 milioni di dollari.
Il crollo di Ftt e la corsa al ritiro dei depositi da parte dei clienti ha creato una situazione insostenibile. A tal punto che per alcuni analisti si può ormai parlare della crisi attuale come della “Lehman Brothers delle cripto”.
La decisione della società ha avuto pesanti ripercussioni sul mercato delle criptovalute. Secondo S&P questa crisi si diffonderà nell'ecosistema delle risorse digitali, ma i rischi di contagio per la finanza tradizionale sembrano per ora contenuti. Nonostante tutto, le criptovalute hanno permeato il sistema finanziario globale e, dunque, non scompariranno. la loro utilità è stata persino riconosciuta da numerosi banche centrali. Tra le quali, la Banca centrale europea.