La terza economia al mondo teme l’escalation della guerra commerciale. Anzi, la Banca centrale nipponica è preoccupata di non poter raggiungere l’obiettivo sull’inflazione (2%), mentre il governo ritiene questo scopo non più necessario. Ecco allora che lo scontro tra il premier Shinzo Abe e il governatore Haruhiko Kuroda ripropone in versione nipponica il duello Trump-Powell. In un discorso davanti al parlamento giapponese, Kuroda alla fine ha ceduto e affermato di prendere in seria considerazione un ulteriore taglio dei tassi di interesse, già bassissimi.
Il Giappone è dipendente dalle importazioni di petrolio, beni alimentari e materie prime. Tuttavia, la politica accomodante perseguita dalla Bank of Japan negli ultimi anni ha fatto apprezzare lo yen, rendendo le importazioni più economiche. Ma il Primo Ministro è comunque giunto alla conclusione che le politiche monetarie da sole non sono sufficienti per raggiungere un'inflazione sostenibile e assicurare una crescita del Pil nel lungo periodo. Sebbene in Giappone la disoccupazione sia a livelli minimali, per lui la priorità è la creazione di posti di lavoro. e ora sollecita misure volte alla creazione di posti di lavoro. E gli hanno offerto un assist anche alcuni economisti secondo i quali l’obiettivo del 2% sul livello dei prezzi al consumo sia, ormai, divenuto superfluo.
È molto probabile che il Giappone tagli i tassi di interesse entro l’anno. Ma non lo farà prima che la stessa decisione sia presa dalla Federal Reserve statunitense.