Le banche centrali continuano a dominare la scena. L’ultima in ordine temporale è stata la Bank of Japan che ha spiazzato tutti alzando il tasso massimo tollerato per i titoli di Stato decennali, una mossa vista dagli investitori come l’avvio di una inversione di tendenza della politica ultra espansiva dell’istituto.
L’ultima settimana è stata piena di sussulti per i mercati: ben 9 banche centrali hanno infatti alzato i tassi d’interesse in giro per il mondo. Tra queste la Federal Reserve Usa (+50 punti base), la Bce (+50), la Banca norvegese (+25), quella svizzera (+50) e quella britannica (+50). Non solo: sia la Fed sia la Bce hanno indicato ulteriori rialzi dei tassi nel 2023. Più di quanto il mercato non attendesse.
In questo contesto, restava un’unica banca centrale nel mondo ancora orientata verso politiche ultra-espansive: la Bank of Japan. Ma martedì, come detto, ha sorpreso tutti allargando la banda di oscillazione dei rendimenti dei titoli di Stato decennali. Il limite massimo è passato da 0,25% a 0,50%.
“Non stiamo assolutamente abbandonando la politica monetaria accomodante”. Con queste parole il presidente della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, ha provato a calmare le acque e a rassicurare i mercati. Ma nessuno sembra avergli creduto.