Putin: la de-dollarizzazione continua. E rafforza l'asse Russia-Cina

La valuta statunitense è diventata troppo “pericolosa” e troppo inteferente sugli scambi globali di petrolio, secondo il presidente russo

Putin: avanti con la de-dollarizzazione. E rafforza l'asse con la Cina

L'escalation americana della prima metà di maggio - su dazi, sanzioni e Iran - lo ha convinto ancora di più. E, così, Vladimir Putin ha deciso di liberare l'economia russa dalla "schiavitù" del dollaro. Che, nel frattempo, è diventato “pericoloso” e troppo interferente sugli scambi globali di petrolio, secondo il presidente – appena rieletto - della Federazione.

Preservare la sovranità della Russia

“Ora vediamo che le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio sono spesso infrante e le restrizioni sono imposte per ragioni politiche, che chiamano sanzioni” ha detto Putin. Nella sua idea, la de-dollarizzazione diventa così un modo per preservare la sovranità del paese, anche se non ha fatto alcun riferimento ad una valuta alternativa.

Il ruolo della Cina

L'annuncio di Putin, davanti al Parlamento, giunge mentre Mosca e Pechino tentano di intensificare la cooperazione finanziaria e aumentare le vendite bilaterali di greggio. In realtà, la Federazione è già diventata il più grande fornitore di greggio della Cina, spodestando Arabia Saudita e Angola.

Una stretta sinergia

Già nel dicembre 2017 il ministero delle finanze russo ha sferrato un duro colpo al dollaro quando ha annunciato l'intenzione di collocare sul mercato interno un prestito obbligazionario in yuan del valore di 1 miliardo di dollari. Nel luglio dello scorso anno, inoltre, il Russian Direct Investment Fund e la China Development Bank, hanno istituito un fondo comune di 10 miliardi di dollari per finanziare gli investimenti nei due paesi.

Futures cinesi sul petrolio

Una collaborazione, non una dipendenza: la Cina si è mossa anche senza l’aiuto russo. Poco meno di due mesi fa Pechino aveva lanciato futures sul petrolio denominati in yuan, dichiarando di fatto aperta la sfida al dollaro. La scelta di Xi Jinping è legata al fatto che la Cina ha superato gli Usa e ora è il più grande acquirente mondiale di greggio: nel 2017 ha importato 8,4 milioni di barili al giorno, mezzo milione in più rispetto agli Stati Uniti.

Ma il dollaro resiste, per ora

Il dollaro, tuttavia, viene ancora utilizzato come valuta del contratto nel sistema globale di scambi di tutte le materie prime, idrocarburi compresi. È così che la divisa statunitense si è guadagnata lo status di principale valuta di riserva a livello globale. Ma che ora comincia seriamente a vacillare.

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