Il Consiglio dei ministri ha approvato il 17 marzo all’unanimità la road map per allentare le misure anti-Covid da aprile, dopo la fine dello stato di emergenza. “L’obiettivo del governo era il ritorno alla normalità e il recupero della socialità: i provvedimenti approvati sanciscono questa situazione”, ha annunciato Mario Draghi.
Peccato, però, che la pandemia non è passata: 128 morti, oltre 70000 contagi, 15% di positivi/tamponi. Numeri registrati in Italia nel giorno della svolta annunciata da Palazzo Chigi. Ma l’esecutivo procede dritto. Ecco in sintesi le principali misure: stop allo stato di emergenza da fine marzo. Mascherine e pass via a maggio. Smart working nel privato fino al 30 giugno.
La guerra in Ucraina è riuscita così nel miracolo di licenziare la pandemia. E ha fatto salire sul trono geopolitica ed economia. Qui, la situazione brucia. Draghi è stato chiaro, nominando l’innominabile: la parola ‘razionamento’. Il premier si riferisce al gas. Sappiamo che per il prossimo inverno la situazione resta incerta. La dipendenza di alcuni paesi europei, tra i quali Italia e Germania, dall’energia russa non può far dormire sonni tranquilli. Anche perché in pochi mesi sarà tecnicamente impossibile compensare l’eventuale chiusura dei rubinetti da parte di Mosca.
Se sulla fornitura di oro blu non si potrà fare miracoli in tempi brevi, sui prezzi saliti alle stelle Palazzo Chigi ha un piano: spalleggiato dalla Francia, il governo italiano punta a convincere l’Ue a mettere in piedi un Energy Recovery Fund.
Rimane il tema dell’aumento delle spese militari e qui il quadro diventa più complesso. La Nato da tempo auspica che i paesi aderenti mettano sul piatto il 2% del Pil. L’Italia nel 2020 ha speso l’1,57% (fonte: My Data Jungle). Il governo, tuttavia, non ha ancora spiegato come intende finanziare l’aumento (accelerato dall’invasione russa dell’Ucraina) della spesa militare.
Considerando che difficilmente sarà varato da Bruxelles un Recovery Fund per la Difesa, dove troverà i soldi? Quali voci del bilancio dello Stato saranno tagliate? In quali ambiti verranno attuate le sforbiciate? Istruzione, sanità e stato sociale ad esempio? Ma su questo, per ora, dalle parti di Palazzo Chigi tutto tace. Il che ci riporta alla pandemia, che finita non è e alla lezione che il Covid-19 ci ha impartito a forza di mietere vittime ma che sembriamo aver già dimenticato.