Nei giorni scorsi Ankara ha inviato la nave ‘Oruc Reis’ a effettuare ricerche idrografiche nelle acque dell’isola greca di Kastellorizo. La Turchia reclama come proprie le risorse di quelle acque in virtù di un accordo stretto con il governo di Tripoli su una “zona economica esclusiva” tra i due Paesi che include una vasta porzione dell’arcipelago greco, compresi i tratti di mare a ovest di Creta e Rodi. Un accordo che sia gli Stati Uniti che l’Ue considerano illegale.
Intanto il premier greco Mitsotakis è al lavoro anche sul piano diplomatico, trovando sponda nell’Egitto, che vede con grande preoccupazione l’espansione dell’influenza turca nel Mediterraneo.
La Zona Economica Esclusiva concordata da Tripoli e Ankara andrebbe a sconfinare anche in acque egiziane. Anche per questo il presidente egiziano Al Sisi si è spinto a minacciare un intervento armato in Libia a sostegno del generale Haftar qualora le truppe di Serraj, sostenute da Erdogan, si spingano oltre Sirte.
Lo scorso 17 luglio, l’ambasciatore ellenico al Cairo, Nikos Garilidis, ha dichiarato che i due paesi sono “molto vicini” a stringere un accordo per una Zona Economica Esclusiva che attraverserebbe quasi ad angolo retto quella disegnata da Libia e Turchia, creando una sorta di croce al cui centro ci sarebbero proprio Creta e Kastellorizo, le isole minacciate dall’espansionismo turco.