Nel mondo che esisteva fino all’invasione russa dell’Ucraina, il mandato di Mario Draghi da primo ministro dell’Italia aveva due scopi di rilievo globale.
Primo, garantire con la sua credibilità il buon uso dei fondi comunitari stanziati al nostro paese per combattere gli effetti economici dell’epidemia di Covid-19 (e per scongiurare che il collasso del nostro paese trascinasse nel baratro tutta l’Eurozona, Germania compresa).
Secondo, riorientare verso Occidente la barra delle intese strategiche, dopo gli ammiccamenti a Russia e soprattutto Cina registrati durante il primo governo Conte. Avvicinamenti visti con preoccupazione dagli Stati Uniti – dalla cui sfera di influenza è di fatto quasi impossibile sfilarsi in virtù della nostra appartenenza alla Nato e della presenza di circa 12 mila soldati a stelle e strisce sul nostro territorio.
L’invasione russa rende ora ancora più urgente il perseguimento del primo obiettivo e, secondo Stati Uniti ed Ue, anche del secondo. In effetti, in riferimento al primo scopo, l’impennata dell’inflazione e la flessione prevista della crescita economica (l’anno prossimo l’Italia dovrebbe essere penultima in Europa; ma anche prima dello scoppio della pandemia il nostro paese era fanalido di coda a livello comunitario) rendono lo Stivale ancora più bisognoso dei fondi europei.
Nel frattempo sale la pressione in merito al riorientamento atlantico dell’Italia, che vede in Draghi un garante in ottica anticinese. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, “ha un profondo rispetto per il primo ministro italiano, quindi ovviamente segue molto da vicino lo svolgersi avanti e indietro a Roma”, ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.
Messaggi di stima sono arrivati al presidente del Consiglio anche da alcune tra le figure di spicco dell’Ue. “Mario Draghi è un partner autorevole nel contesto europeo e internazionale. Il suo contributo in questo difficile momento storico è importante per l’Italia e l’Ue", ha scritto su Twitter il vice presidente della commissione Ue, Frans Timmermans.
Significative anche le parole pronunciate dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: “Con la guerra contro l’Ucraina che imperversa nel nostro Continente, l’aumento del costo della vita e la ripresa post Covid ai blocchi di partenza, abbiamo bisogno di stabilità politica in Europa. L’Italia è uno Stato membro importante e fondatore. Abbiamo bisogno che mantenga il suo ruolo di leadership all’interno dell’Ue, soprattutto in questi tempi difficili”.