Dopo Buenos Aires, lunedì l’instancabile presidente cinese Xi Jinping è sbarcato a Panama per la prima visita di Stato di un leader cinese nel piccolo Paese centroamericano, resa possibile da quando lo scorso anno i rapporti bilaterali sono migliorati.
A tal punto che Panama è stato il primo paese dell’America Latina a firmare il “Belt and Road”, l’abnorme piano internazionale da mille miliardi di dollari promosso dalla Cina che intende costruire strade, ferrovie e porti. Poi, il 3 dicembre la sigla su nuovi accordi di cooperazione che consentono alla seconda economia al mondo di estendere la propria influenza nel Centro e Sud America.
L’intesa messa a punto da Xi Jinping e il suo omologo panamense Juan Carlos Varela spazia dagli aiuti a fondo perduto concessi da Pechino al memorandum su commercio, turismo e istruzione, dal trattato per i casi di estradizione alla cooperazione su infrastrutture e banche. Sono stati inoltre avviati voli diretti tra i due paesi e un accordo di libero scambio è in corso da luglio di quest'anno.
Panama per la Cina non è soltanto una porta di accesso, ma potrebbe diventare uno strategico centro logistico. Il che non farà piacere a Donald Trump.
Ma, nonostante gli avvertimenti di Washington che aveva invitato i paesi dell’America Latina a non stringere accordi con la Cina, Varela ha accolto gli investimenti proposti da Pechino a braccia aperte.
Anche perché la Cina è già il secondo fruitore, dopo gli Stati Uniti, del Canale che unisce due oceani.