L'amministrazione Usa sta valutando di alzare i dazi dal 10 al 25% sugli ulteriori 200 miliardi di dollari minacciati nelle scorse settimane da Trump, che spera così di convincere con le brutte maniere Xi Jinping ad assumere un atteggiamento più morbido e tornare al tavolo dei negoziati.
Gli Stati Uniti hanno imposto tariffe del 25% su 34 mld di prodotti cinesi all'inizio di luglio e l’ultimatum su ulteriori 16 mld è scaduto il 31 luglio. Poi la doccia fredda: il presidente statunitense starebbe pensando di portare l’aliquota al 25%.
Lo scontro, innescato dal deficit commerciale annuo di 375 mld degli Stati Uniti con la Cina, si è ora trasformato in un conflitto più ampio tra le prime due economie al mondo.
Anche se la Cina potrebbe presto contendere agli Usa il primato in classifica in termini di Pil, i mercati accusano il colpo inferto dalle crescenti tensioni internazionali. Lo yuan è sceso a livelli prossimi ai più bassi mai registrati.
Laconica la reazione di Pechino: “Purtroppo gli Stati Uniti non hanno adempiuto ai propri obblighi", ha detto il ministro degli Esteri, Wang Yi. La strategia cinese con Trump non è certo nuova: ripagare l’assalitore con la stessa moneta.