Un’intesa capace di creare un mercato unico di 1,2 miliardi di consumatori con un Pil complessivo superiore a 3 mila miliardi di dollari. È l’accordo “Area africana di libero scambio continentale”(Afcfta), sottoscritto il 21 marzo 2018 da 49 Paesi, poi diventati 52, ed entrato in vigore oggi (30 maggio). Soltanto Nigeria – il paese africano più popoloso e ricco di petrolio - Eritrea, e Benin non hanno aderito finora.
L’accordo è divenuto effettivo dopo il superamento della 22° ratifica. Può apparire paradossale ma quel 22° paese, la Repubblica Democratica Araba Saharawi, ha poco più di un milione di abitanti e esiste solo dal 1974. Quasi nessuno lo conosce in Europa, e probabilmente anche molti africani non ne hanno mai sentito parlare. Così la firma di questo giovane Stato, situato tra il Sahara e l'Oceano Atlantico, è divenuta cruciale per un’intesa che sulla carta disegna la più grande zona di libero scambio al mondo.
Secondo la Commissione economica Onu per l’Africa, l’accordo potrebbe incrementare del 53% il commercio intrafricano. Restano, tuttavia, numerosi dubbi. A cominciare dall’endemica assenza di infrastrutture nel continente. Le reti ferroviaria e stradale, laddove presenti, sono in condizioni disastrose. Il che non aiuta certo il commercio.