A novembre sono tornate a diminuire, dopo la parentesi di ottobre, le vendite di made in Italy in Germania. Calo del 7,5% che si affianca alla discesa di altri mercati europei, tra cui Francia, Polonia, Austria e che spinge in rosso il bilancio del mese, con l’export tricolore a cedere il 2,7%. Decisiva la spinta al ribasso dell’Europa, giù del 6%, mentre i paesi extra-Ue sono in leggera crescita.
Si aggrava così il bilancio 2024, una frenata dello 0,7% in 11 mesi che a questo punto rende probabile una chiusura complessiva in rosso dopo il record in valori correnti dello scorso anno. Per poter raggiungere il livello del 2023, infatti, a dicembre dovremmo esportare quasi 52 miliardi, l’8,2% in più rispetto a dicembre 2023.
A pesare come un macigno sulle vendite a livello settoriale è l’auto, esito naturale di un crollo produttivo ormai consolidato. Nel mese le vendite estere cadono del 33% (con picchi del 48-49% verso Germania e Stati Uniti), negli 11 mesi il bilancio è -16,4%, in entrambi i casi sono i peggiori risultati tra tutti i comparti analizzati. Dall’inizio dell’anno, in valore assoluto si tratta di 4,3 miliardi di vendite in meno rispetto allo stesso periodo 2023.
Questi dati fanno tornare alla mente una nota battuta che circola tra gli economisti: quando la Germania starnutisce, l’Italia prende il raffreddore.