Chiuso in un angolo dalle sanzioni occidentali, Aleksandr Lukashenko prova a reagire giocando con le frontiere: spalanca ai migranti quella con la Ue, ma sigilla quella con l’Ucraina.
La prima mossa il presidente bielorusso l’aveva annunciata il 22 giugno. “Vogliono che li proteggiamo dai contrabbandieri e dai trafficanti di droga”, aveva detto riferendosi agli europei. E poi: “Anche al di là dell’Atlantico ci chiedono di non far entrare in Europa materiale nucleare”.
Il presidente bielorusso ha così aperto il confine con la Lituania per ritorsione dopo le sanzioni dell’Ue. E il numero degli arrivi è schizzato. Bruxelles lancia l’allarme: per i trafficanti potrebbe aprirsi una rotta alternativa rispetto ai Balcani e al Mediterraneo, più sorvegliati in seguito ai costosissimi accordi economici stretti soprattutto con la Turchia.
E visto che per trattenere i migranti sul proprio territorio Erdogan è riuscito a farsi dare da Bruxelles circa 10 miliardi di euro nel corso degli ultimi anni, il fatto deve aver fatto accendere la fantasia di Lukashenko.