L’emergenza sanitaria ha portato con sé pesanti ripercussioni sul quadro economico e sociale italiano che però, grazie alle misure di sostegno (in tal senso per la crescita e per la produttività sarà decisivo il Pnrr) e alla ripresa delle attività, vede delinearsi il rimbalzo tanto atteso.
È quanto sostiene l’Istat nel Rapporto annuale 2021, sottolineando però alcuni aspetti che ancora pesano come la disoccupazione e la povertà assoluta che tocca oltre 2 milioni di famiglie.
“Nonostante un moderato recupero occupazionale nei mesi recenti, a maggio ci sono 735 mila occupati in meno rispetto a prima dell’emergenza - si legge nel report -. I trasferimenti alle famiglie hanno limitato la caduta del reddito disponibile (-2,8%) e il calo dei consumi è stato ben più ampio di quello del reddito, di conseguenza il tasso di risparmio è quasi raddoppiato.”
Anche il tessuto imprenditoriale – secondo l’Istituto - rischia di pagare amare conseguenze. Risultano strutturalmente a rischio la metà delle micro (3-9 addetti) e un quarto delle piccole (10-49 addetti), soprattutto nel terziario.
E sullo sfondo i 746.146 decessi registrati nel 2020 (il valore più alto rilevato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra; rispetto alla media 2015-2019 si sono avuti 100.526 decessi in più) e un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e un massimo di decessi dal secondo dopoguerra.