L’Fmi abbassa di 0,9 punti percentuali, rispetto al documento di ottobre 2018, la previsione sul Pil italiano nel 2019, portandola a un misero 0,1%. Per l’anno prossimo, invece, il Fondo non apporta variazioni e lascia invariato lo 0,9%. Le cause sono note: rallentamento tedesco, calo degli investimenti, tensioni commerciali, Brexit.
Alla luce di tutto ciò, l'Fmi ha tagliato la crescita globale dal 3,6% del 2018 al 3,3% per quest'anno (0,1 punti percentuali in meno della stima di ottobre).
Anche nell’Eurozona la crescita è in frenata: 1,3% quest'anno (dall'1,8% dell'anno scorso e 0,6 punti in meno di quanto stimato a ottobre), per poi rafforzarsi solo leggermente all'1,5% nel 2020. L'Fmi ricorda come la crescita sia peggiorata particolarmente per alcune economie tra le quali Germania, Francia e appunto Italia: tra i motivi la debole domanda interna e spread elevati. Con i relativi effetti su banche e debito pubblico.
I rischi sembrano propendere al peggio. E l'Italia rientra - secondo l'Fmi - tra i fattori che possono aggravare il quadro.