A livello globale i Paperoni sono 2153, forti di un patrimonio di 2.019 miliardi (dati 2019), vantano una ricchezza superiore a quella complessiva di 4,6 mld di persone, circa il 60% della popolazione mondiale.
Una ricchezza fortemente concentrata al vertice della piramide sociale. Tutte le donne del continente africano messe insieme, ad esempio, hanno più o meno la ricchezza dei 22 uomini più ricchi del mondo. Distanze enormi, spiegate anche dal fatto che appena il 4% degli introiti fiscali a livello mondiale deriva da forme di tassazione della ricchezza.
E in Italia? Esistono e persistono diseguaglianze. A metà 2019 la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco superava la quota di ricchezza complessiva detenuta dal 70% degli italiani più poveri sotto il profilo patrimoniale. Inoltre, negli ultimi 20 anni, le disponibilità dei più facoltosi sono salite del 7,6%, quelle del 50% dei più poveri si sono ridotte del 36,6%. Una redistribuzione, ma verso l’alto. Dati confermati dall’Indice di Gini che misura le diseguaglianze: nel 2018 collocava l’Italia al 23° posto (su 28) nell’Ue.