C’è un termine, resilienza, che permea la relazione annuale della Direzione centrale dei servizi antidroga e sintetizza la capacità delle narcomafie di adattarsi ai lockdown imposti dalla pandemia globale per poter continuare a produrre e trafficare stupefacenti. “Il narcotraffico si conferma come il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali”, spiega il vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi, direttore centrale della Polizia criminale.
Colpisce soprattutto il record assoluto dei sequestri di cocaina, arrivati a 13,4 tonnellate, con un aumento nel 2020 del 62,2% rispetto al 2019 (anno del precedente record nazionale, 8,2 tonnellate). “Metà del quantitativo record di cocaina – aggiunge Rizzi – è stato sequestrato nel porto di Gioia Tauro, una sorta di hub italiano creato dai trafficanti anche per i carichi diretti nella regione balcanica”.
Dati confermati dai primi maxi-sequestri del 2021, che ribadiscono la crucialità di uno snodo chiave, utilizzato da oltre vent’anni dalla ‘ndrangheta calabrese, che mantiene – conclude Rizzi - “un ruolo egemone nei circuiti globali del traffico internazionale della cocaina, in collegamento con le altre mafie nazionali e con sodalizi stranieri”.