Tra le battaglie più intense nel mondo del commercio, una delle più note è quella tra Coca-Cola e Pepsi. Nel corso degli anni i colossi statunitensi hanno messo in atto varie strategie per ottenere il favore dei consumatori.
“Agli inizi degli anni ’80 – ricorda in un post su LinkedIn Andrea Petrini, Business partner e Business Trainer (Fattoria dei talenti) - la sfida fu portata ad un livello superiore. Ci fu un esperimento, la Pepsi Challenge, in cui era chiesto ad alcuni consumatori di assaggiare un bicchiere delle due bibite senza sapere quale fosse una e quale l’altra e infine di indicarne la preferenza”.
L’esito, in parte inaspettato, fu eloquente: “Pepsi vinse la sfida. Eppure Coca-Cola continuava ad essere leader del settore – aggiunge Petrini -. Era chiaro allora: ci doveva essere qualche altro fattore, oltre al sapore, ad influire sulle vendite.” In seguito, il neuro-scienziato Montague, replicò la ‘challenge’ apportando piccole modifiche e, in particolare, collegando il campione di consumatori a un macchinario, in grado di verificare l’attivazione delle diverse aree cerebrali al momento dell’assunzione.
“L’esperimento dimostrò che il potere del brand supera il gusto -conclude Petrini – e che un corretto sviluppo del brand e della costruzione della sua immagine nelle menti dei consumatori è più forte del prodotto stesso. L’uomo che è essenzialmente un essere emozionale da più valore a come vengono presentati i prodotti che al prodotto stesso.”