Alla Cina conviene avvicinarsi alla Russia?

Shanghai è in lockdown a causa di un focolaio di Covid. È la prima volta da inizio pandemia che la città (26 milioni di abitanti) va in lockdown. Così, la Cina torna a chiudersi. Ma le chiusure non arrivano soltanto dal fronte sanitario. La telefonata Biden-Xi dei giorni scorsi non sembra aver riavvicinato i due leader sull’Ucraina: Washington continua a temere che Pechino possa fornire aiuti militari a Mosca. E, su questo punto, Pechino non sembra voler rassicurare l’Occidente.

Ma davvero la Cina vuole accorrere in aiuto di Mosca? Ad attrarre Pechino sono l’energia russa (più a buon mercato) e la svendita del comparto industriale della Federazione. Eppure, nonostante consumi energetici in costante crescita, anche a Pechino si valutano i rischi di un inasprimento delle sanzioni occidentali. Tanto che venerdì scorso Sinopec, gruppo petrolifero statale cinese, ha sospeso le trattative per un investimento petrolchimico da mezzo miliardo in Russia.

Malgrado le recenti ambiguità, la Cina non può permettersi di incappare in sanzioni occidentali. Con un debito totale vicino al 300% del Pil, Pechino doveva già gestire una ripresa economica deludente. Adesso, con la guerra in Ucraina e il lockdown a Shanghai, si rischia di compromettere l’obiettivo di crescita del 5,5% fissato da Xi per il 2022.

Con Xi alle strette, cresce la retorica dei ‘lupi guerrieri’ governativi, pronti ad accusare gli Usa di voler creare una ‘Nato asiatica’ da cui Pechino si dovrebbe difendere, riducendo la propria dipendenza dall’Occidente. Si teme infatti che eventuali sanzioni occidentali possano prima o poi mettere in ginocchio l’economia cinese.

In realtà, la ‘lezione russa’ sembra più un’altra. A causa di guerra e sanzioni, la crescita nell’Eurozona potrebbe rallentare dell’1,4% quest’anno. Figurarsi se l’Occidente imponesse le stesse misure alla Cina, la cui economia è dieci volte più grande di quella russa. Insomma, la ricerca dell’autarchia da parte di Pechino potrebbe rivelarsi controproducente.

Che la soluzione per la Cina passi invece da maggiori, non minori, legami con l’Occidente?