Il Fondo monetario internazionale prevede “un’ampia contrazione” economica per Russia e Ucraina nel 2022. “Il duro crollo in Ucraina è il risultato diretto dell’invasione, della distruzione delle infrastrutture, dell’esodo della popolazione. In Russia, l’acuto declino riflette l’impatto delle sanzioni. Gli effettivi economici della guerra si stanno diffondendo come onde sismiche”, dato che la Russia “è uno dei maggiori fornitori di petrolio, gas e metalli e, insieme all’Ucraina, di grano e mais: l’attuale calo dell’offerta di queste commodities ha già provocato forti rialzi dei prezzi”, si legge nell’ultimo aggiornamento del World Economic Outlook dell’Fmi.
Le previsioni del Fondo indicano una riduzione del Pil della Russia di circa l’8,5% nel 2022 e di un ulteriore calo del 2,3% nel 2023. Per l’Ucraina – il paese era già il più povero a livello europeo prima del conflitto - “anche se una misura precisa dei danni alla sua economia è impossibile da ottenere, la guerra causerà una contrazione molto dura. Per il 2022, l’economia ucraina è attesa in contrazione del 35%. E anche se la guerra dovesse terminare presto, la perdita di vite, la distruzione e l’esodo della popolazione ostacolerà duramente l’attività economica per molti anni”.
Economia globale
Peggiorano, al contempo, le previsioni sull’economia mondiale, a causa soprattutto dell’aggressione russa in Ucraina. L’Fmi prevede ora una crescita del 3,6% nel 2022 e nel 2023; a gennaio, erano state previste una crescita rispettivamente del 4,4% e del 3,8%. Andando ancora più a ritroso, a luglio e ottobre 2021, per il 2022 era stato previsto un +4,9%.
“Questa crisi avviene in un momento in cui l’economia globale non si è ancora pienamente ripresa dalla pandemia. Anche prima della guerra, l’inflazione in molti Paesi era aumentata a causa degli squilibri tra domanda e offerta e per le politiche di sostegno durante la pandemia, portando a una stretta della politica monetaria. Gli ultimi lockdown in Cina potrebbero provocare nuovi colli di bottiglia nelle catene globali di approvvigionamento. In questo contesto, oltre l’immediato e tragico impatto umanitario, la guerra rallenterà la crescita economica e farà aumentare l’inflazione. I rischi economici complessivi sono aumentati enormemente”, si legge nel rapporto.
Per le economie avanzate, previsti un +3,3% nel 2022 e un 2,4% nel 2023; nel precedente aggiornamento del rapporto, previsti rispettivamente un +3,9% e un +2,6%. Per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo, +3,8% nel 2022 e +4,4% nel 2023, a fronte dei precedenti +4,8% e +4,7%.
Italia
Il Fondo ha rivisto al ribasso anche le previsioni per il Pil italiano nel 2022, dal 3,8% di tre mesi fa al 2,3%; la previsione di crescita per il 2023 è stata rivista dal 2,2% all’1,7%.