Il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, è fuggito dopo che dimostranti anti-governativi avevano circondato la sua residenza. Un’enorme massa umana era giunta nella capitale Colombo per chiedere le sue dimissioni, ritenendolo responsabile della grave crisi economica che attanaglia lo Sri Lanka.
L’isola di 22 milioni di persone sta lottando contro una grave carenza che ha limitato le importazioni essenziali di carburante, cibo e medicine, facendola precipitare nella peggiore turbolenza finanziaria degli ultimi 70 anni. Molti, appunto, danno la colpa del declino del Paese al presidente Gotabaya Rajapaksa.
Il malcontento si è aggravato nelle ultime settimane, quando il Paese, che soffre di problemi di liquidità, ha smesso di ricevere i rifornimenti di carburante, costringendo a chiudere le scuole e a razionare la benzina e il gasolio per i servizi essenziali. In più, l’inflazione a giugno ha raggiunto il 54,6%.
L’instabilità politica potrebbe inoltre compromettere i colloqui dello Sri Lanka con il Fondo monetario internazionale per ottenere un salvataggio da 3 miliardi di dollari, la ristrutturazione di parte del debito estero e la raccolta di fondi da fonti multilaterali e bilaterali per alleviare la siccità di dollari.