Decine di persone sono state arrestate a Cuba in seguito alle manifestazioni iniziate domenica 11 luglio all’Avana per protestare contro la mancanza di medicinali ed energia elettrica, l’aumento dei prezzi (l’inflazione è al 500%) e le inefficienze nella gestione della pandemia da coronavirus. Le mobilitazioni contro il governo, inusuali per Cuba (non si registravano manifestazioni di questa portata da circa 30 anni) dove le leggi prevedono pene severe per chi mostra il proprio dissenso, sono state represse dalla polizia.
Il presidente Miguel Díaz-Canel ha accusato direttamente gli Stati Uniti di avere assoldato “mercenari” per destabilizzare il paese e far cadere il regime comunista sull’isola. E ha attribuito buona parte dei problemi economici di Cuba alle sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto, in varie forme, dal 1962 e definite dallo stesso presidente “una politica per soffocare l’economia” del paese.
In effetti l’economia cubana è in profonda difficoltà, anche a causa delle sanzioni economiche che aveva imposto Donald Trump. La nuova amministrazione di Joe Biden ha mostrato qualche segnale di apertura, ma la recente condanna delle violenze (il presidente degli Usa ha chiesto al governo di ascoltare la popolazione e di non reprimere il loro diritto a protestare) potrebbe complicare i già difficili rapporti diplomatici tra i due paesi.
La crisi economica di Cuba non deriva tuttavia solamente dalle sanzioni, ma anche dalla politica economica interna e dalla drastica riduzione del turismo, una delle risorse più importanti per il paese, a causa della pandemia. Nei primi cinque mesi di quest’anno, il numero di viaggiatori internazionali a Cuba è diminuito di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2020, secondo l’Agenzia di statistica nazionale cubana.
A ciò occorre aggiungere che uno scarso raccolto (attribuito alla mancanza di carburante a causa delle sanzioni e di ricambi per la manutenzione dei macchinari) ha inciso profondamente sulla produzione di zucchero, una delle risorse più esportate dal paese.