Con un risultato in parte inatteso, l’economia tedesca ha registrato tra aprile e giugno una leggera contrazione dello 0,1% rispetto al primo trimestre dell’anno, quando il Pil aveva messo a segno un incremento dello 0,2%.
È il segnale di una persistente stasi dell’economia tedesca, complice il rallentamento della domanda interna, gli elevati costi dell’energia, del lavoro e del capitale. Ne consegue che le aziende stanno ritardando le loro decisioni di investimento, e che le cause della contrazione vanno ricercate soprattutto in investimenti deboli nelle attrezzature e nell’edilizia.
La Germania da tempo non sembra più essere la locomotiva d’Europa e questo certamente è un dato di fatto da cui partire per le evidenti conseguenze che sta avendo sull’andamento complessivo dell’Eurozona.
Anche nel terzo trimestre non si attende molto probabilmente alcun miglioramento, soprattutto nel settore dell’industria. Il punto di svolta per l’economia tedesca non sembra pertanto vicino e se nelle industrie ad alta intensità energetica si è registrata una modesta espansione, nel resto del settore manifatturiero prosegue una sostanziale stagnazione.