Il Pil tedesco si contrae del 9,7% nel secondo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente dopo il crollo dei consumi delle famiglie, degli investimenti e delle esportazioni al culmine della pandemia Covid19. Lo rende noto Destatis, l’Ufficio nazionale di statistica.
Il dato è lievemente migliore delle stime: gli analisti si aspettavano una diminuzione del 10,1%. Analizzando i dati su base annua, il tasso di crescita dell’economia scende dell’11,3% a fronte dell’atteso -11,7%. Si tratta in ogni caso della riduzione più ampia dal 1970 in Germania, ovvero da quando ha inizio la serie storica considerata da Destatis.
Nel primo semestre la prima economia europea ha registrato un deficit di 51,6 miliardi, che rappresenta il 3,2% del prodotto interno lordo.
E gli effetti cominciano a essere trasmessi anche al mercato del lavoro. Il numero totale di ore lavorate mediamente da tutti gli occupati è sceso del 10% tra aprile e maggio rispetto allo stesso periodo del 2019.