Lo stipendio di un mese per un impiegato vale 1 dollaro statunitense e basta per comprare un chilo di riso. L’iperinflazione che da sei anni ingoia in un buco nero il sitema economico del Venezuela non viene neanche più calcolata. Il Bolivar, la moneta domestica, è carta straccia.
Il governo è rimasto senza entrate perché l’industria petrolifera è distrutta. Non ha fonti legittime di finanziamento e l’unica cosa che può fare è stampare denaro.
Con la fine del 2020 il Venezuela avrà un’economia per il 67,6% inferiore a quella del 1999 (secondo i calcoli di Ecoanalitica), un’inflazione del 6.500% e un tasso di disoccupazione del 54% stando alle valutazioni dell’Fmi.
È in questo contesto che domenica 6 dicembre il paese è andato al voto. Le elezioni parlamentari, segnate da un forte tasso di astensionismo (69%), sono state vinte con oltre il 67% delle preferenze dalla coalizione che appoggia il presidente Nicolas Maduro.