Il mondo è ancora parzialmente in lockdown. E il consumo di petrolio non risale, per ora. Una dinamica che sta mandando in crisi la Nigeria. Nel paese africano i ricavi derivanti dalla vendita di greggio sono crollati dell’80%. Un disastro per la prima economia sub-sahariana, fortemente dipendente dall’oro nero.
La recessione è inevitabile a questo punto. “La Nigeria sta affrontando la doppia sfida della pandemia di Covid-19 e il crollo dei prezzi del greggio - ha dichiarato il ministro delle Finanze Zainab Ahmed -. Non siamo in grado di vendere il greggio di prima.”
Secondo l’Fmi la Nigeria, dove la produzione di petrolio rappresenta oltre la metà del Pil e il 90% delle esportazioni, dovrebbe contrarsi di almeno il 3,4% nel 2020. Prima dell’esplosione della pandemia, il paese più popoloso dell’Africa, con quasi 200 milioni di abitanti, stava già lottando per riprendersi da una grave crisi economica subita nel 2016-2017.
Nei giorni scorsi l’Fmi ha approvato un finanziamento di emergenza di 3,1 mld di euro per aiutare la Nigeria a superare l’attuale crisi. Ma non basterà per risollevare le sorti del Paese che spera di rastrellare attraverso varie istituzioni internazionali più del doppio della somma resa disponibile dall’Organizzazione con sede a Washington.