Esiste davvero un dualismo tra salute ed economia? È vero che i paesi i cui sistemi sanitari hanno retto meglio l’urto del virus hanno anche subito perdite economiche più significative, mentre chi ha contenuto i costi economici ha sofferto di più dal punto di vista sanitario?
Per rispondere a questi interrogativi, Neha Deopa e Piergiuseppe Fortunato hanno esaminato l’andamento delle economie europee nel 2020 in termini di variazioni percentuali del Pil rispetto al 2019 e di quello che si definisce ‘eccesso di mortalità’.
“Fra le stime sulla variazione del Pil e quelle sulla mortalità in eccesso esiste una chiara correlazione negativa – spiegano Deopa e Fortunato -. I paesi che vivono recessioni economiche più gravi, come Spagna, Italia e Regno Unito, sono anche tra i paesi con la più alta mortalità in eccesso. Ed è vero anche il contrario. I paesi in cui l’impatto economico è stato relativamente modesto, come Austria, Danimarca e Germania, sono anche riusciti a tenere sotto controllo la mortalità. Fra salute ed economia sembrerebbe dunque esistere una certa complementarietà.”
Altri due elementi emergono dall’analisi. Gli Stati dell’Europa meridionale sembrano pagare in misura maggiore rispetto a quelli nordici il contenimento della mortalità in termini di Pil. Inoltre, i paesi con bilanci pubblici più fragili, e gravati da un volume di debito maggiore, hanno potuto godere di minori margini di manovra e hanno dunque varato programmi di entità in generale più contenuta, rivelatisi tendenzialmente meno efficaci.