Stando a calcoli di Bank of America, dalla crisi Lehman a oggi le Banche centrali del cosiddetto G6, escludendo quindi la Pboc cinese, hanno immesso 24 trilioni di dollari, un quarto del Pil globale e considerando anche le varie forme di stimolo messe in campo dalla Banca centrale di Pechino, ci si attende che entro la fine del 2021 quella cifra avrà raggiunto quota 28 trilioni di dollari. Tutto questo per evitare un collasso del mercato azionario. L’attacco proviene dalla (privata) Bank of America.
Il valore degli assets finanziari statunitensi (un indicare usato per definire la magnitudo di Wall Street) ha appena sfondato la quota record di 6.2 volte il Pil statunitense. In pratica - secondo Bank of America - anni e anni di Qe sistemico non solo hanno reso la piazza finanziaria Usa too big to fail, obbligando di fatto le istituzioni a sostenerla, ma la Fed con il suo operato ha allargato il gap della disuguaglianza a dismisura.
Ormai conta solo la liquidità. Il Pil americano è sprofondato e milioni di posti di lavoro sono andati in fumo ma ecco - evidenzia Bank of America - che 21 trilioni di dollari in politiche di stimolo hanno silenziato le criticità, senza offrire risposte al problema. Il risultato è che il mercato azionario viene manipolato dal flusso di denaro a costo zero immesso nel sistema senza soluzione di continuità dalle Banche centrali ma oggi la Borsa di Wall Street (qualcuno parla di ‘baraccone’) appare sorretta principalmente dal comparto tecnologico (5 titoli del settore pesano per il 23% del totale).