Ha costruito la propria (recente) ricchezza sull’oro nero. Sfruttando i giacimenti di idrocarburi nel Mare del Nord. Ma ora la pressione è diventata troppo forte. È così giunto il via libera per il fondo sovrano della Norvegia a disinvestire dal settore petrolifero. Ma solo in parte.
Il governo di Oslo ha autorizzato il fondo a uscire dal capitale di 95 compagnie petrolifere. Per un totale di 5,4 miliardi di euro. Il fondo gestisce quasi 1.000 miliardi di dollari e, tra quelli sovrani (ovvero gestiti dal settore pubblico), è il più ricco del mondo.
Già all’inizio del 2019 il parlamento di Oslo aveva approvato la riduzione delle partecipazioni in imprese petrolifere per ridurre i rischi legati a un potenziale calo di lungo termine delle quotazioni del greggio.
Alla fine, il governo ha optato per un disinvestimento limitato a società focalizzate esclusivamente sulla produzione di idrocarburi. Una mossa che consente alla Norvegia, il maggiore produttore di petrolio e gas naturale in Europa occidentale, di salvaguardare gli investimenti in colossi come Exxonmobil, Total o British Petroleum, che diversificano la loro attività anche nelle rinnovabili, nell'idrogeno e nel biogas.
Una svolta “green” ma dettata innanzitutto da scelte finanziarie.