Il Pil del Giappone ha subito un calo del 27,8% nel secondo trimestre su base annuale e del 7,8% rispetto al trimestre precedente. Si tratta del più grande crollo economico mai registrato nel paese nipponico dal 1980 (ovvero dall’inizio della serie storica).
Occorre, tuttavia, evidenziare che quando è scoppiata la pandemia di Covid19, l’economia giapponese era già in crisi. Così, dopo tre trimestri di crescita negativa (la peggiore performance dal 1955), il paese è entrato in recessione conclamata.
Uno dei principali fattori alla base del tracrollo è la forte diminuzione dei consumi interni (già in difficoltà in seguito all’aumento dell’Iva al 10% decisa lo scorso anno dal governo guidato da Shinzo Abe), che rappresentano più della metà dell’economia giapponese. Anche le esportazioni sono scese drasticamente in seguito alla pandemia.
Tutta l’attenzione è ora rivolta a un possibile rimbalzo nei prossimi trimestri dell’economia nipponica (salvo nuove ondate della pandemia). E qualcuno vede con ottimismo quanto appena accaduto in Cina. La seconda economia al mondo ha rilevato un tasso di crescita del 3,2% tra aprile e giugno.