L'economia etiope è in gran parte fondata sull'agricoltura, ma il paese sta cercando di percorrere la via dell'industrializzazione e ha scelto un obiettivo: il settore tessile.
Diciotto aziende leader in questo comparto provenienti da Stati Uniti, Cina, India, Sri Lanka e sei produttori locali stanno contribuendo allo sviluppo di un parco industriale ad Hawassa, una località balneare situata a 170 chilometri a sud della capitale Addis Abeba.
L'industria tessile etiope sta crescendo ad un ritmo sostenuto e sta rapidamente recuperando terreno con paesi come Vietnam, Indonesia e Cambogia. Uno dei punti di forza è la possibilità di puntare su una forza lavoro giovane e numerosa (45 milioni di persone).
Tra le società intenzionate a sfruttare questo potenziale c'è il gruppo cinese JP Textile, che sta attualmente espandendo la sua produzione all’interno del parco. L'Hawassa Industrial Park, che è stato progettato per impiegare 60 mila persone a pieno regime e si estende su un’area di 1,3 milioni di metri quadrati, può generare un’export da 1 miliardo di dollari.
Ciò non significa che non manchino i problemi, tra i quali la formazione della manodopera e la qualità delle materie prime. "Importiamo cotone dalla Cina poiché quello prodotto qui non soddisfa gli standard richiesti, mentre la disponibilità di cotone migliore da fonti locali potrebbe ridurre i costi di produzione”, affermano alla JP Textile.
La strada intrapresa dall’Etiopia sembra, tuttavia, quella giusta, come confermano i dati sugli investimenti esteri: nel secondo semestre 2017 il flusso si è attestato a 2,2 miliardi di dollari, ovvero +22% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.