Il settore dell’audiovisivo e della pay tv sta affrontando grosse trasformazioni. Il paradigma consolidato con cui per decenni la televisione e il cinema sono stati finanziati/prodotti/distribuiti/consumati sta facendo i conti con l’ingresso di Netflix, che propone un modello di business capace di sparigliare gli equilibri di un mercato dominato da pochi grandi operatori e da dinamiche legate a una fruizione tradizionale dei contenuti.
In questo scenario che cambia, la recente partnership annunciata tra Sky e Netflix in Europa ridefinirà il settore, perché il modello di tv basata su palinsesto, contenuti premium a pagamento e tempi di attesa per la messa in onda è stato messo in crisi da Internet e dal moltiplicarsi dell’offerta. Con questo accordo Netflix diventerà un operatore globale a tutto tondo, produttore/distributore di contenuti audiovisivi in diretta concorrenza con gli altri big; per Sky potrebbe trattarsi di un cambio di strategia, magari verso lo streaming e la banda larga.
Se, invece, l’obiettivo (non dichiarato) di Sky è quello di ridurre il tasso di abbandono dei propri abbonati aumentando i contenuti del suo bouquet con le produzioni Netflix, questa mossa potrebbe non bastare vista la presenza di altri competitor del calibro di Amazon, Facebook, Apple e Disney.
Il settore dell’audiovisivo continua a cambiare rapidamente: le prossime settimane saranno decisive per capire quali scenari competitivi dobbiamo attenderci nei prossimi anni.