La nuova sigaretta elettronica iQOS di Philip Morris, che sta diventando molto popolare in Giappone, dà la possibilità di raccogliere i dati personali sulle abitudini dei suoi fumatori. Il software contenuto all’interno del dispositivo consentirebbe di mappare la propria clientela in base al numero di sbuffi e al consumo medio giornaliero, tanto che il gigante del tabacco sta già costruendo un database dei possessori di iQOS che si registrano presso l’azienda.
La notizia viene dall’ex dipendente della multinazionale Shiro Masaoka, che ha lavorato per la Philip Morris in Giappone dal 2012 al 2016: l’azienda sostiene che il software all’interno della sigaretta elettronica “non è utilizzato per scopi di marketing di alcun tipo”. Ma la TechInsights Inc., una società canadese specializzata in dispositivi tecnologici, afferma che modificando i chip presenti sarebbe possibile memorizzare i dati e ritrasmetterli alla Philip Morris.
Philip Morris è in attesa dell’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (Fda) per poter commercializzare il prodotto negli Usa come “meno dannoso delle sigarette”, sostenendo che “è in grado di ridurre il rischio di malattie legate al fumo” e che è destinato a quei fumatori che altrimenti non avrebbero smesso. Ma l’iter è ancora in corso.
In Giappone, intanto, la connettività con i clienti di iQOS va avanti: chi si registra sul sito web dell’azienda ottiene uno sconto sull’acquisto del dispositivo, il bluetooth di serie ricorda agli utenti quando va pulito e quando vanno ordinate le ricariche prima che finiscano. Inoltre, la nuova versione della sigaretta elettronica di Philip Morris può essere collegata a un’app per aiutare il cliente “ad adattarsi al prodotto più rapidamente”.