Un errore di trascrizione di un’intercettazione telefonica da parte della magistratura ha comportato le dimissioni di Antonio Costa, premier del Portogallo dal 2015, e le conseguenti elezioni anticipate (fissate il prossimo 10 marzo) nel Paese lusitano.
L’intercettazione telefonica che ha portato all’apertura dell’inchiesta per sospetta corruzione del primo ministro, e dunque alle sue dimissioni, avvenute il 7 novembre scorso, si riferirebbe infatti non al premier, bensì al ministro dello Sviluppo economico del suo esecutivo, e suo quasi omonimo: Antònio Costa Silva.
La Procura ha riconosciuto che la citata intercettazione è stata trascritta male nell’ordinanza. Restano comunque altre registrazioni, da quanto è trapelato fino ad ora da ambienti vicini alla Procura, in cui gli intercettati farebbero il nome di Antonio Costa, primo ministro.