Lai Ching-te, noto come William Lai, attuale vice della presidente Tsai Ing-wen, del Partito democratico progressista (Dpp), ha vinto le elezioni presidenziali taiwanesi con il 40,2 per cento dei voti (risultati ufficiali quasi definitivi). La Cina lo ha descritto come un “serio pericolo” a causa della sua posizione favorevole all’indipendenza. In realtà, nessuno dei partiti che hanno partecipato alla tornata elettorale hanno mai parlato dichiaratamente di indipendenza dalla seconda economia al mondo.
Hou Yu-ih, il candidato del principale partito di opposizione di Taiwan, il Kuomintang, ha ammesso la sconfitta. “Rispetto la decisione finale del popolo taiwanese” e “mi congratulo con Lai Ching-te e Hsiao Bi-khim (il suo compagno di corsa) per la loro elezione, sperando che non deludano le aspettative del popolo taiwanese”, ha aggiunto.
La scelta del voto sembra aver optato per mantenere lo status quo, scongiurando una guerra con Pechino (piuttosto che puntare ad una reale e definitiva indipendenza dalla Cina) ma anche evitando di restare sotto il controllo indiretto cinese. In fondo, al di là delle dichiarazioni politiche ufficiali, è una soluzione che dovrebbe evitare al contempo il possibile acutizzarsi dello scontro tra Pechino e Washington, considerando l’importanza dell’isola per l’economia globale.