Sale in Myanmar il bilancio dei morti tra i dimostranti, uccisi durante la repressione del dissenso da parte della giunta militare. Sono oltre 700 le vittime. Secondo alcuni media locali, in realtà non è possibile conoscere il reale numero di morti perché molti di loro vengono portati via dai militari e fatti sparire.
Il Myanmar, noto anche come Birmania, divenne indipendente dalla Gran Bretagna nel 1948. Per gran parte della sua storia moderna è stato sotto il dominio militare. Poi, nel 2015, le prime libere elezioni fino al ritorno dell’incubo con il colpo di Stato dello scorso primo febbraio.
In realtà la repressione non si è mai fermata. Nel 2017, l’esercito del Myanmar spinse brutalmente oltre mezzo milione di musulmani Rohingya verso il Bangladesh in quello che l’Onu definì un “esempio da manuale di pulizia etnica”.