Con una mossa che non ha precedenti, Israele ha deciso di comparire davanti alla Corte penale Internazionale dell’Aja per difendersi dalle accuse del Sudafrica di star compiendo un genocidio a Gaza. Lo ha comunicato al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth il capo del Consiglio di sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. “Israele, che ha firmato da tempo la Convenzione sul genocidio, non boicotterà il procedimento: parteciperemo e confuteremo l’assurda accusa che equivale a una diffamazione”, ha spiegato. La Corte Internazionale di Giustizia ha annunciato di aver ricevuto la richiesta dal Sudafrica di perseguire Israele per genocidio nella Striscia di Gaza.
Un’altra tegola è nel frattempo caduta sul governo israeliano. L’Alta Corte israeliana ha bocciato la norma chiave della riforma giudiziaria voluta dal governo del premier Benjamin Netanyahu, cioè della “clausola di ragionevolezza”. Otto giudici su quindici hanno votato in favore dell’abrogazione della legge, mentre dodici su quindici hanno ritenuto che l’Alta Corte abbia l’autorità per annullare leggi fondamentali. Il 24 luglio, la Knesset ha approvato la legge in base alla quale la Corte suprema non avrebbe potuto più avere il potere di mettere in discussione e di dichiarare nulle le leggi varate dal governo ma che essa ritenga, appunto, non ragionevoli.
Ma nulla sembra al momento poter fermare Netanyahu. L’esercito israeliano ha spiegato di aspettarsi che il conflitto nella Striscia di Gaza continui per tutto il 2024. Nel messaggio di Capodanno, il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) Daniel Hagari ha spiegato che gli schieramenti delle truppe verranno adeguati per prepararsi a “combattimenti prolungati” e che “l’IDF deve pianificare in anticipo sapendo che ci saranno ulteriori missioni e che i combattimenti continueranno per il resto dell’anno”.