Il presidente francese Emmanuel Macron ha messo in agenda un tema caldo: la riforma delle ferrovie francesi, ma i lavoratori della Sncf promettono battaglia e questo cambiamento rischia di provocare un'ondata di scioperi nel paese transalpino.
La Sncf mantiene un elevato standard di servizio ma nel 2017 ha registrato un deficit di bilancio di 3 miliardi di euro, a fronte di 14 miliardi di sussidi governativi: gli autobus e gli aerei low cost hanno eroso una quota dei profitti delle ferrovie francesi e il debito totale ammonta a circa 45 miliardi di euro. Una riforma del settore, in vista delle norme Ue che apriranno la concorrenza delle compagnie ferroviarie nel 2020, appare dunque necessaria.
Per rendere più competitiva la Sncf Macron vuole operare tagli e riformare il sistema che attualmente prevede aumenti automatici di stipendio, prepensionamento e viaggi in treno gratuiti per i familiari dei dipendenti. Tagli che riguarderebbero solo i nuovi assunti, in quanti i circa 150 mila lavoratori già in organico manterrebbero i loro benefici.
L’ultima volta che qualcuno tentò di riformare il codice del lavoro della Sncf correva l’anno 1995: dopo tre settimane di scioperi l’allora primo ministro francese Alain Juppe fu costretto alle dimissioni. Intanto i sindacati hanno indetto una protesta per giovedì 22 marzo contro la precarizzazione del lavoro in nome della flessibilità.
La voce di quoted
Il ministro francese dell'Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, domenica 18 marzo 2018 ha confermato l'arrivo di "privatizzazioni importanti" senza specificare meglio la portata delle riforme, annunciando che le risorse risparmiate saranno re-investite in "tecnologie di rottura" come "l'intelligenza artificiale". Intanto il 22 marzo sarà una giornata cruciale in Francia: previste 140 manifestazioni dei dipendenti della pubblica amministrazione - con l'adesione di 7 sindacati su 9 - e migliaia di persone in piazza tra cui anche i ferrovieri e i controllori di volo.