L’ha deciso in aereo, quando ha raggiunto Bruxelles in serata. Infuriata per l’esclusione dalla cena con Volodymyr Zelensky all’Eliseo, sconcertata per la scelta di Macron di includere Olaf Scholz e tenere fuori l’Italia, nonostante i recenti tentennamenti del governo tedesco sulla fornitura dei tank.
“Quella del presidente francese è un’iniziativa inopportuna - dice Giorgia Meloni entrando al Consiglio europeo -. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa”. La nostra forza “deve essere l’unità”.
Piccata la replica di Parigi. “Non ho commenti da fare” sulle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni; “ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron arrivando al vertice Ue. “La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione” dell’Ucraina, “perché - ha aggiunto - abbiamo anche condotto insieme questo processo; penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole” per i colloqui diplomatici.
Il problema non riguarda soltanto l’incontro con Zelensky, ma il comportamento assunto da Germania e Francia anche in altri ambiti. Ad esempio, il viaggio negli Stati Uniti dei ministri dell’Economia dei due paesi avvenuto nei giorni scorsi. La visita è stata volta a contrattare con l’amministrazione Biden un “meccanismo di trasparenza reciproca” nell’applicazione dell’Inflation Reduction Act, a una settimana dalla proposta della Commissione Europea per un proprio piano per i sussidi statali alle industrie verdi (Green Deal Industrial Plan).
Il timore è che il mega piano messo a punto da Washington possa causare la fuga delle imprese europee verso gli Usa dove godrebbero di sussidi ben più consistenti rispetto a quelli che saranno erogati in Europa. Quindi la faccenda non riguarda soltanto Francia e Germania, ma è altrettanto vero che sono le prime due economie dell’Ue e che tra loro c’è un rapporto ‘speciale’, da tempo. Ben prima dell’insediamento a Palazzo Chigi dell’attuale esecutivo. Giorgia Meloni non la prenda sul personale e accetti che non arriverà, probabilmente mai, a godere della stima (a torto o ragione) di cui godeva ad esempio il suo predecessore, Mario Draghi, sebbene quest’ultimo sia decisamente più atlantista di Meloni.