“L’allerta nucleare ordinata dal Cremlino è un segnale di minaccia. Il timore che Putin possa usarla è tornato. Stiamo per concretizzare una task force Ue con 5 mila soldati pronta ad agire nelle zone di crisi.” Con queste parole il presidente del Comitato militare dell’Ue, Claudio Graziano, rompe gli indugi e apre uno scenario inatteso.
Immaginare una Difesa europea potrebbe essere un risultato positivo della tragedia ucraina. Quantomeno sarebbe un modo per bilanciare l’influenza statunitense, dentro e fuori la Nato. Non si vuole con ciò sostenere che l’Ue stia ora ricevendo ordini da Washington nella reazione all’invasione russa.
Il problema è che gli europei che hanno parlato con Putin lo hanno fatto senza evidentemente pensare a un’idea di ridisegno delle relazioni del Vecchio continente con Mosca.