Il capo del governo birmano Aung San Suu Kyi è stato arrestato dai militari. In carcere sono finiti anche i dirigenti del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia. Tutti i poteri in Myanmar (ex Birmania) sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate. Gli arresti sono avvenuti poche ore prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato.
Il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, criticato a livello internazionale per la gestione della crisi musulmana Rohingya ma ancora ‘adorato’ dalla maggioranza della popolazione, aveva ottenuto una schiacciante vittoria alle scorse elezioni di novembre, durante le quali (secondo i militari) sono state registrate numerose frodi.
Le prime elezioni generali si erano svolte per la prima volta nel 2011, quando la giunta che aveva governato l’ex Birmania per mezzo secolo era stata sciolta. L’esercito, tuttavia, aveva continuato a mantenere un potere rilevante, mantenendo il controllo su tre ministeri chiave (Interno, Difesa e Confini).