Il governo olandese naufraga sulle politiche di asilo: i quattro partiti che formavano la coalizione su cui si reggeva il quarto gabinetto guidato da Mark Rutte non hanno trovato un accordo su una serie di misure riguardanti l’immigrazione, portando alla crisi.
Il partito liberalconservatore del premier (Vvd, che ha anche la maggioranza) avrebbe voluto creare un sistema a due livelli per i richiedenti asilo, in cui le persone minacciate di persecuzione avrebbero goduto di maggiori diritti rispetto a chi fugge da zone di guerra, mettendo anche un tetto annuo (pari a 200) ai ricongiungimenti familiari riguardanti i rifugiati nella seconda categoria. Su quest’ultimo aspetto in particolare le divergenze sarebbero diventate insanabili con i partner di coalizione.
I Paesi Bassi hanno già una delle politiche migratorie più restrittive d’Europa, ma sotto la pressione dei partiti di destra, Rutte - il premier olandese più longevo, ben 13 anni consecutivi a capo dell’esecutivo orange - ha cercato di ridurre ulteriormente l’afflusso di richiedenti asilo. E ha perso.