L’Europa chiede il rilascio immediato dei dissidenti politici arrestati in Bielorussia a partire da quello di Maria Kolesnikova, l’oppositrice rapita dalle forze di sicurezza di Aleksandr Lukashenko e secondo i suoi compagni detenuta nella regione di Gomel.
Bruxelles intanto lavora a una serie di sanzioni (dovrebbero essere approvate il 21 settembre dai ministri degli Esteri europei per diventare operative entro poche settimane) che andranno dal divieto di ingresso nell’Unione al congelamento dei beni e colpiranno i vertici del regime di Minsk.
Sono nel mirino dell’Ue 31 persone ritenute responsabili dei brogli e della repressione. Gli europei sono pronti a colpire anche i vertici politici di Minsk, tanto che nella lista delle personalità che saranno oggetto di sanzioni risulta anche il ministro dell’Interno bielorusso. Dovrebbe invece essere escluso Lukashenko, sebbene alcuni paesi dell’Ue, come Polonia e soprattutto i baltici, spingono affinché anche ‘l’ultimo dittatore d’Europa’ sia sanzionato.
Tuttavia gli altri governi, tra i quali anche quello italiano, al momento non vogliono colpire il presidente per non precludere le residue speranze di una soluzione negoziata della crisi bielorussa.
Anche perché in gioco c’è pure la Russia, che ha finora difeso il dittatore. Ma cosa farà Mosca dopo l’approvazione delle sanzioni da parte dell’Ue?