Alla fine Vladimir Putin ha parlato. Il presidente russo - spiegando che “l’Occidente vuole distruggerci e ha fatto del popolo ucraino carne da cannone”, oltre a “non volere la pace tra Russia e Ucraina” - ha annunciato la parziale mobilitazione nazionale “in difesa del Paese” richiamando 300mila riservisti e ha avvalorato la proposta di referendum per l’annessione alla Russia delle quattro aree occupate dall’esercito russo in Donbass e nell’Ucraina meridionale.
Ma Putin ha toccato, usando toni durissimi, anche il tema dell’uso delle armi atomiche, accusando l’Occidente di usare l’argomento per tenere la Russia “sotto ricatto”: “Sappiano che le abbiamo anche noi, tante armi. Pronti a usare ogni risorsa per difendere il nostro popolo”. “Non sto bluffando”.
Parole che segnano un’ulteriore possibile escalation della guerra, come confermano le parole pronunciate da alcuni ministri di Putin: “La Russia è in guerra con l’Occidente e con la Nato”. Il peggio, probabilmente, deve ancora venire.