Varsavia è stufa del traffico illegale di rifiuti in plastica proveniente dal Regno Unito. Il viceministro polacco dell'Ambiente, Slawomir Mazurek, ha promesso di mettere uno stop. La Polonia – ha spiegato Mazurek – già importa (legalmente, ndr) abbastanza rifiuti da Repubblica Ceca, Italia e, appunto, Regno Unito. Londra invia ogni anno in Polonia 12 mila tonnellate di plastica riciclabile. Per avere un'idea di paragone, nel 2016 la Cina è arrivata a importare su base mensile 600 mila tonnellate di rifiuti in plastica.
La Polonia è dunque pronta a ribellarsi. D'altronde, ormai è chiaro a tutti che il business dei rifiuti conviene ma fino a un certo punto e a precise condizioni. Nel gennaio 2018, Pechino ha introdotto il divieto di importazione di 24 tipi di rifiuti solidi e, di conseguenza, le economie avanzate sono andate alla ricerca di nuovi paesi dove smaltire illegalmente la propria spazzatura. E li hanno trovati rapidamente: Malesia, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Taiwan, Corea del Sud, Turchia, India e Polonia. Il vento, tuttavia, sta cambiando. Nelle settimane scorse, alcuni tra questi paesi (come Indonesia e Malesia) hanno cominciato a reagire rispedendo in Australia partite di rifiuti contaminati.
Ma la strada è lunga, visto che - secondo il National Geographic - nel 2017 soltanto il 9% della plastica globale è stato riciclato. Eppure, secondo alcuni, ci sarebbe un rimedio (semplice) che potrebbe rivelarsi efficace: fissare un prezzo minimo per lo smaltimento dei rifiuti. In questo modo si creerebbe un forte disincentivo all'attività illegale.