L’incendio che infuria da settimane nel nordest della Siberia ha raggiunto un livello senza precedenti: le fiamme stanno devastando un territorio che potrebbe presto superare (per estensione) tutti gli altri incendi del mondo messi insieme. Lo denuncia Greenpeace Russia, stimando che questo incendio potrebbe diventare il più esteso nella storia documentata del pianeta.
In Jacuzia, la regione più grande e più fredda della Russia, il fumo denso e acre copre gli insediamenti e raggiunge le città a migliaia di chilometri di distanza.
Nell’area la temperatura media annuale è aumentata di 3 gradi Celsius dall’inizio del XX secolo, il che combinato con una siccità record (la più intensa da 150 anni a questa parte) e forti venti ha trasformato la sua vasta foresta in un inferno.
C’è poi un problema di emissioni. A poche settimane dall’inizio della stagione degli incendi, secondo il servizio di monitoraggio satellitare Copernicus dell’Ue, gli incendi boschivi siberiani hanno già emesso un record di 505 megatoni di biossido di carbonio.
E in tutta la Federazione russa oltre 13,4 milioni di ettari di terreno sono andati a fuoco nel corso del 2021: un’area grande come la Grecia.