Sebbene la disoccupazione sia scesa sensibilmente, anche il tasso di occupazione è diminuito. Può sembrare controintuitivo, ma è quanto accaduto negli Stati Uniti.
La percentuale di occupati Usa è diminuita tra il 2007 e il 2017, mentre è aumentata in molte altre economie avanzate, nonostante questi paesi si trovino tutti a dover fronteggiare l'invecchiamento demografico. Dal 2007 al 2017, la quota di occupati americani è diminuita di 2,9 punti, soprattutto a causa dell'aumento della struttura per età della popolazione. Al contrario, i tassi di occupazione sono cresciuti in 13 delle 29 economie avanzate osservate nello stesso periodo.
La spiegazione è nel fatto che laddove l’occupazione è aumentata è stata guidata da un più consistente ingresso delle donne nel mercato del lavoro: questo fattore ha pesato per il 77% del gap (considerando le classi di età) nella performance tra gli Usa e le altre economie.
Un altro fattore importante nello spiegare le diverse prestazioni del mercato del lavoro è connesso agli sforzi compiuti da alcuni paesi, ma non dagli Usa, per aumentare i tassi di occupazione dei lavoratori anziani (con più di 55 anni). Questo spiega il 52% della differenza con gli altri paesi. Le due percentuali non fanno cento perché le donne con più di 55 anni sono incluse in entrambi i gruppi.
C’è, poi, un dato comune al campione di paesi presi in esame che lascia sgomenti. L'occupazione giovanile è diminuita quasi ovunque.
Alcune delle differenze nel rendimento occupazionale dei vari paesi, come il crollo in Grecia e il sensibile aumento in Germania - sono chiaramente dovuti all’andamento ciclico della domanda. Alcuni fattori critici sono, invece, strutturali e laddove sono stati affrontati correttamente hanno avuto un impatto. Tra questi il più importante è stato l'occupazione femminile, che continua a ristagnare negli Stati Uniti, mentre aumenta nella maggior parte delle altre economie avanzate. E segna un cambiamento.