“I dati in nostro possesso ci dicono che in tema di istruzione il mondo non è più diviso tra Paesi ricchi e Paesi poveri”. Sono le parole pronunciate nelle settimane scorse dal segretario generale dell’Ocse Angel Gurria in occasione del Rapporto sulle politiche scolastiche.
Anche se i giovani con sfondi familiari agiati tendono ad avere meno difficoltà di riuscire nel mondo del lavoro – aveva spiegato Gurria - “il livello di sviluppo economico riesce a spiegare meno di un terzo degli esiti educativi dei vari Paesi”.
Dunque le strategie vincenti vanno cercate in un’azione concertata su più livelli e l’invito a legislatori, governanti e operatori del settore è di mettere a disposizione risorse umane e materiali adeguate, e infrastrutture consone.
Appunto. In tema di docenti e addetti a disposizione, ad esempio, i top performer sono Lussemburgo, Germania e Giappone. L’Italia è sotto la media Ocse.