Nonostante il rallentamento dell'economia tedesca, le imprese localizzate in Germania continuano ad assumere, anzi vorrebbero visto che non riescono a trovare lavoratori disponibili.
L'Istituto pubblico sull'occupazione (Iab) indica in 1,2 milioni i posti di lavoro vacanti in Germania. Secondo le analisi dell'agenzia di collocamento, attualmente sono necessarie 113 settimane per colmare un posto vacante, 11 giorni in più rispetto a un anno fa. Per ogni 100 posti vacanti registrati ci sono solo 247 disoccupati, in riduzione rispetto ai 1.100 rilevati nel 2009, quando il paese era caduto in recessione a causa della crisi finanziaria.
Si cercano ingegneri meccanici, tecnici dei veicoli, lavoratori edili, ingegneri sanitari, macchinisti e sviluppatori di software. La carenza è particolarmente acuta nel settore automobilistico, nonostante gli utili siano in diminuzione. Ad esempio, Daimler cerca 2 mila lavoratori per le sedi di Stoccarda, Mannheim, Berlino e Monaco. A mancare sono ingegneri, specialisti di batterie, esperti di grafica 3D e di tecnologia sulla guida autonoma.
La lista di chi cerca e non trova è lunga. L’azienda sanitaria Fresenius ha 1.600 posti, Deutsche Telekom è alla ricerca di 800 persone. C’è, poi, il caso Siemens, che alla fine del 2017 ha tagliato 6.900 posti di lavoro e ora ha 1.184 posti vacanti (occorrono sviluppatori di software, ingegneri e specialisti di motori elettrici).
Questa carenza di manodopera non ha tuttavia comportato aumenti salariali, anche perché la produttività è cresciuta ad un ritmo più lento dell’occupazione. Anzi, incrementi retributivi sono stati registrati ma solo nelle posizioni più qualificate fra quelle ricercate.
Per risolvere la carenza di lavoratori qualificati il governo Merkel ha varato nei mesi scorsi una legge che facilita l’ingresso degli immigrati. Secondo l’idea di Berlino, ciò dovrebbe servire quantomeno a ridurre il gap.